mercoledì 30 aprile 2014

BTOOOM! (Manga Column #8)






                                                 Manga Column

                                    


Se siete appassionati di videogiochi e Survival, questa settimana siete capitati bene, infatti per voi ho BTOOOM! (ブトゥーム!), manga di Junya Inoue da cui in seguito è stato tratto l’omonimo anime di 12 episodi. BTOOM! a qualcuno ha ricordato Battle Royale, ad altri Sword Art Online e a me anche un po’ Mirai Nikki, be’ questo perché si parla di un survival ed è un seinen, quindi non sono risparmiate scene di violenza e introspezioni psicologiche.

Ryōta Sakamoto ha 22 anni ed è un NEET, quindi non studia, non lavora, vive con la madre che lo mantiene e con il suo patrigno. Ryōta passa l’intera giornata davanti al videogioco BTOOOM! di cui è campione isolandosi dalla realtà. Un giorno si risveglia su un’isola deserta provvisto solo di alcune bombe ed uno strano chip sulla mano, quando poco dopo un uomo lo attacca con altre bombe, nota un’incredibile somiglianza con BTOOOM!, si rende allora conto di ritrovarsi nella trasposizione reale del videogioco.

Perché si trova proprio lui sull’isola? Le persone che si ritrovano coinvolte in questo gioco sono normalissimi studenti e lavoratori (o anche nullafacenti), questo vuol dire che non per forza siano tutti dei giocatori di BTOOOM!, ciò che li accomuna, infatti, è l’essere odiati da qualcuno. Per decidere chi dovesse andare sull’isola, gli ideatori del tutto hanno distribuito dei fogli ad alcune persone in cui veniva chiesto di indicare il nome della persona che volevano sparisse. Ecco come Ryōta e tanti altri si ritrovano in questa trappola mortale. Bisogna uccidere 7 avversari e si è in salvo.


All’inizio la serie non mi aveva presa del tutto, forse per delle scene un po’ troppo ecchi, per dei grassoni disegnati molto male (non per il fatto che siano grassi, ma perché i grassi sono stati disegnati in modo orripilante), per la solita ovvia divina provvidenza che accompagna il protagonista, che almeno lui mi è stato simpatico da subito…poi non so, ad un tratto mi sono ritrovata a divorare BTOOOM!, superate le banalità iniziali ho potuto apprezzarlo fino in fondo. Mi dispiace ma mi è d’obbligo farvi un mega spoiler così non fate il mio stesso errore: la serie non ha fine O____o esatto, ci sono rimasta malissimo, ormai mi ero appassionata tanto e invece mi si è troncato BTOOOM! a metà…questo perché in madrepatria il manga non è ancora concluso, quindi un finale non è ancora stato scritto, quindi ho avuto la doppia fregatura (prima ho visto l’anime e non finiva, poi sono passata al manga e ho letto in giro che neanche quello finiva, e quindi l’ho abbandonato..). Se voi ce la fate ad aspettare una seconda serie vedetevi subito la prima o leggete il manga che non rimarrete delusi. Purtroppo non essendoci la fine non so neanche dirvi se è meglio il manga o l’anime xD

Dopo avervi stroncato un finale, passiamo ad altro: i personaggi. Ovviamente non c’è solo il protagonista, però partiamo da lui. Ryōta è un buon protagonista, non eccellente come può esserlo un Lelouch (*--*) ma neanche insopportabile. Anche Ryōta è il solito ragazzo asociale e problematico, cosa che caratterizza quasi tutti i ragazzi venuti dopo Shinji Ikari (vedo Evangelion ovunque xD). Il disagio di vivere pienamente la realtà, e le relative problematiche, porta il nostro protagonista ad utilizzare il videogioco come valvola di sfogo, fino ad identificare se stesso non nella sua figura umana ma in quella virtuale, online è un campione temuto e rispettato da tutti, nella realtà non è nessuno. Il bello di Ryōta sta nel fatto che pur essendo problematico, non ricopre un ruolo passivo. Per intenderci, se vogliamo paragonare Mirai Nikki con BTOOOM!, Yuki che ha bene o male gli stessi problemi di Ryōta lascia tutto il da fare a Yuno, “svegliandosi” solo verso la fine. Ryōta invece combatte, è lui quello che protegge gli altri e che uccide, e anche se dei flashback lo tormentano, non si dà mai per vinto. Cosa invece che condivide con Yuki è l’ingenuità, come al solito volendo vedere del buono in tutti si fida di personaggi che lo fregano.
Taira-san

I suoi alleati sono Taira-san e Himiko. Taira-san è un uomo di mezza età terrorizzato a morte dalla situazione in cui si trova, decide infatti di non voler combattere né uccidere alcuna persona, il suo desiderio è semplicemente quello di tornare a casa dalla sua famiglia. La paura porta continuamente Taira-san a diffidare di Ryōta che invece si prende la briga di proteggerlo e salvarlo, inoltre Taira-san è abbastanza grasso, poco atletico e perennemente infortunato, quindi diciamo che per il nostro protagonista è più una palla al piede che altro, ma Ryōta è infinitamente buono, quindi non ci pensa.

Himiko
Himiko è una ragazza liceale molto carina, anche lei giocatrice di BTOOOM!, dopo un po’ si scoprirà infatti che lei e Ryōta nel videogioco erano sposati. Himiko porta con sé un grande trauma da cui non riesce ad uscirne, proprio per questo è lei ad essere passiva e per i primi tempi non desidera che rimanere uccisa. Il suo trauma riguarda gli uomini, di cui non riesce a fidarsi, tanto anche da impaurirsi se qualcuno prova a toccarla. Gira munita di una stun-gun per la continua paura di essere aggredita. Inizialmente non si fiderà neanche di Ryōta, ma affezionandosi sempre di più ritrova la voglia di vivere e di combattere.

In sostanza la serie è ben fatta, riesce ad essere coinvolgente grazie a quel ritmo incalzante che danno le serie d’azione; sangue e morti qua e là per accontentare gli amanti dello splatter; personaggi molto realistici e caratterizzati abbastanza bene…insomma, con BTOOOM! si è sicuri di avere qualcosa di bello da leggere/vedere, spero che quando faranno il finale, questo sia all’altezza del lavoro fatto fino ad ora.
Non me la sento di dare però un voto maggiore o uguale a Mirai Nikki che è stato splendido per quella vena di follia che in BTOOOM! manca, però anche qui siamo sopra la sufficienza ^_^
(Ah, poi mi scuso perché in questa recensione me ne sono vista bene con le parentesi tonde xD)


Voto: 7+


-FGrace




martedì 29 aprile 2014

Il respiro del ghiaccio - Brian Freeman (Stuff #20)




Stuff

#20

Il thriller (dall'inglese to thrill, rabbrividire) è un genere di fiction che utilizza la suspense, la tensione e l'eccitazione come elementi principali della trama. Derivato dal giallo, è assai diffuso sia in letteratura, che nel cinema o nella televisione. Più diffuso negli Stati Uniti che in Europa, il genere thriller è a sua volta suddiviso in diversi, in parte coincidenti, sottogeneri.
Il thriller stimola fortemente gli stati d'animo del fruitore dell'opera innestando, tramite l'anticipazione, un alto livello di aspettativa e al contempo di incertezza, sorpresa, ansia e/o terrore. In particolare nelle fiction cinematografiche e televisive, i thriller tendono a essere adrenalinici, esaltanti e dal ritmo incalzante. Accorgimenti tipicamente letterari quali falsi indizi, colpi di scena e complotti sono ampiamente utilizzati.

lunedì 28 aprile 2014

Ed Wood (Il Cinema in Sordina #9)

Il Cinema in Sordina


Il film di cui tratteremo oggi è, probabilmente, il film meno famoso di Tim Burton, anche perché è meno valido dei suoi film più importanti usciti in quel periodo, ma vale comunque la pena di parlarne: si tratta di "Ed Wood".

Edward D. Wood Jr. (Johnny Depp) è un aspirante regista/sceneggiatore/attore,detto Ed Wood, che, insieme alla fidanzata Dolores(Sarah Jessica Parker), tenta di ottenere successo nel mondo del cinema, ma stenta ad andare avanti, date le idee di scarso valore. A rendere ancora più strana la sua situazione è la sua tenenza a vestirsi da donna, quando è in tensione, senza dirlo alla compagna. La situazione sembrerebbe quasi sollevarsi quando l'aspirante regista incontra Bela Lugosi, magistralmente interpretato da Martin Landau, con il quale diventa molto amico. La storia è parte della biografia di Ed Wood, realmente esistito, il quale è stato eletto peggior regista di sempre, e tratta in particolare della produzione dei primi tre film. Il problema principale della pellicola è però la durata, infatti tre ore sono fin troppe per la storia in questione.

La Regia è estremamente simpatica, è inusuale infatti vedere un film di Tim Burton ambientato in un mondo reale, infatti il tutto è ambientato negli anni 50(tra l'altro resi molto bene), ma riusciamo a ritroviamo tutti i suoi elementi caratteristici e simil-gotici nelle scenografie dei film di Edward. Inoltre Johnny Depp e gli altri attori riescono a dare un senso leggerezza e simpatia nelle scene strane molto efficace, mentre le scene più drammatiche sono trattate in modo quasi commovente.

Voto:7

-Gabbo!!!

sabato 26 aprile 2014

Il club Dumas - Arturo Pérez-Reverte (Stuff #19)




Stuff

#19

Quello della letteratura può sembrare un mondo tranquillo, fatto di gente pacifica e simpatici vecchietti che gestiscono vecchie librerie stracolme di libri antichi. Sembra un mondo in cui le avventure sono vissute solo dai protagonisti dei libri e che tutto quello che accade al di fuori è quasi noioso: la massima avventura per un bibliofilo sembra essere la ricerca di una prima edizione dei mercatini del mondo. Eppure Arturo Pérez-Reverte nel libro di cui parleremo oggi offre un punto di vista tutt’altro che pacifico del mondo in cui vivono i libri. Ne Il club Dumas troveremo azione, fughe, personaggi misteriosi, omicidi e libri, libri, libri.

mercoledì 23 aprile 2014

Code Geass: Lelouch of the Rebellion (Manga Column #7)





                                             
                                                  Manga Column


Zero


Quando abbiamo a che fare con titoli di grossa portata, purtroppo succede sempre la stessa cosa: molti di quelli che fanno recensioni vogliono fare gli “anticonformisti” e per partito preso giudicano negativamente ciò che ha riscosso molto successo. È successo addirittura a Neon Genesis Evangelion ed è successo anche a Code Geass.

Code Geass: Lelouch of the Rebellion (コードギアス 反逆のルルーシュ) è un anime del 2006 scritto da Ichirō Ōkōchi, 50 episodi divisi, per motivi commerciali, in due serie, R1 e R2. Dopo il successo dell’anime ne è stato tratto un manga, anzi, quattro serie di manga, l’ultima ancora in corso.

C.C.

Nell’agosto del 2010 il Sacro Impero di Britannia conquista il Giappone e lo rinomina Area 11. Lelouch vi Britannia è il 17esimo principe in ordine di discendenza al trono ma, dopo il misterioso omicidio della madre e la completa insensibilità e non curanza da parte del padre, l’imperatore Charles zi Britannia, decide di rinunciare al suo diritto al trono. Viene esiliato dal padre, per ragioni diplomatiche, nell’Area 11 insieme alla sua sorellina Nunnally rimasta cieca e costretta sulla sedia a rotelle dopo l’assassinio della madre. Nell’Area 11 Lelouch e Nunnally vengono ospitati dalla famiglia Kururugi e il figlio, Suzaku, diviene il migliore amico di Lelouch. Anni dopo, Lelouch è perfettamente integrato in una scuola di britanni e nessuno dei suoi compagni sa del suo vero passato, infatti ha cambiato cognome in Lamperouge. Un giorno si ritrova coinvolto in un attacco di terroristi giapponesi, tra i soldati britanni ritrova Suzaku Kururugi. Durante l’aggressione, in una capsula rubata dai giapponesi ai britanni, viene fuori una ragazza misteriosa, C.C., che dona a Lelouch un potere chiamato Geass, il “Potere dei Re”, che permette a chi lo possiede di impartire qualsiasi ordine e farlo eseguire, è il potere dell’obbedienza assoluta. Lelouch decide di sfruttare questo potere per distruggere Britannia, e per farlo indossa una maschera e si fa chiamare Zero e fonda l’Ordine dei Cavalieri Neri reclutando terroristi giapponesi. Dietro la distruzione dell’Impero del padre si cela il desiderio di vendicare la morte della madre e quello di costruire un mondo di pace in cui la sorellina possa vivere felice.

Lelouch
Ho iniziato a vedere Code Geass senza particolari pretese, in realtà mi aspettavo qualcosa di abbastanza noioso e banale, un po’ perché demoralizzata da altre recensioni e perché non è un genere che amo, un po’ perché è raro che io segua una serie che va oltre i 30 episodi. Ragazzi, è stato a dir poco meraviglioso! Incredibile quanto mi sia appassionata alla serie…insomma, amo Code Geass.

Presentandosi come un normalissimo genere di scontri tra mecha tira fuori, episodio dopo episodio, risvolti politici e umani. La cosa strepitosa è che non pone banalmente un muro tra bene e male, ma tra questi due estremi vi è una linea sottilissima, così non esistono personaggi esclusivamente buoni e personaggi esclusivamente cattivi. Quelli che all’inizio vengono presentati come quelli “da sconfiggere” ribaltano le carte in tavola. Se il fine è nobile, è giustificabile qualsiasi mezzo? Anche nel caso in cui vengano sacrificati degli innocenti? Ricco di paradossi morali, viviamo insieme ai personaggi i loro drammi. È messa in discussione la stessa idea di Bene e di Giustizia:
Voglio farti una domanda, Lord Guilford. Se esistesse un male che la giustizia non può affrontare, cosa faresti? Fronteggeresti quel male macchiandoti di una colpa maggiore, oppure accetteresti l'impotenza della giustizia a costo di soccombere a quel male?”. Per non parlare dei temi politici che vengono affrontati, come ad esempio l’utilizzo di bombe devastanti, la morte di cittadini innocenti, la più corretta forma di governo, la democrazia, la lotta per la libertà e per la propria dignità in quanto persona. Altra cosa che potenzia la serie è il tema pirandelliano delle maschere, e da questo si arriva al tema della verità. Lelouch è l'emblema della falsità, e Zero è il suo scudo. La sua maschera non è rivelata neanche a sua sorella. Lelouch ricerca ossessivamente la verità, proprio lui che ha fatto della sua esistenza una menzogna. Questa è la vita. Nessuno è come appare, tutti ricoprono un ruolo, giochiamo un personaggio che ci creiamo accuratamente per nascondere la nostra vera natura. Zero, il paladino della giustizia, Lelouch, un fratello amorevole, un bugiardo. Mentire agli altri è mentire a se stessi, e questo lo sa bene Suzaku, che nasconde agli altri i suoi mostri per tenerli nascosti a se stesso. Così ogni personaggio, ed ogni persona, è se stesso ed un altro se stesso. Lelouch e Suzaku sono due principi, il primo un principe machiavelliano, il secondo invece della tradizione cavalleresca, infatti l'intera trama di Code Geass ci riporta al ciclo bretone-arturiano, che giunge e si conclude come una tragedia shakespeariana.
Lelouch e Suzaku
Code Geass ci fornisce una lunghissima lista di personaggi molto ben caratterizzati, ma senza alcun dubbio i più “completi” sono Lelouch e Suzaku, entrambi eroi ed entrambi antieroi.
Lelouch viene presentato come un normale studente, dotato di una brillante intelligenza ma molto annoiato, ragion per cui passa il tempo a giocare a scacchi o a fare scommesse. Sfuggente e poco “affettuoso”, tutto il suo amore va a Nunnally, il centro della sua vita. Lelouch è anche un ragazzo pigro poco dedito alle attività fisiche, a differenza dei suoi compagni che lo prendono amichevolmente in giro. Lelouch si trasforma completamente quando indossa la maschera di Zero. Calcolatore ed ottimo stratega, Lelouch acquista un carisma incontenibile. Si arriva ad un punto in cui, però, la personalità di Zero si mescola a quella del buon Lelouch, dando vita ad un personaggio strepitoso (non a caso nel 2007 ha vinto un premio come miglior personaggio maschile).


Suzaku
Suzaku Kururugi è un Britanno Onorario. È entrato a far parte dell’esercito per evitare che altre persone muoiano, egli è convinto che Britannia vada cambiata dall’interno. Gentile, altruista e soldato valoro, Suzaku si differenzia da Zero per il modo in cui va raggiunto un fine, secondo l’ottica di Zero pur di raggiungere uno scopo si deve passare sopra ogni mezzo, anche sacrificando persone care, per Suzaku, ottenere una vittoria utilizzando metodi sbagliati non ha alcun valore. La personalità del giovane cambia nettamente da R1 a R2, in cui combatterà esclusivamente per odio, dopo un avvenimento che lascio alla vostra visione. Ciò di cui non vi è dubbio è che i due amici combattono in fazioni opposte, a volte l'ambiguità dell'animo di Suzaku ruba la scena a Lelouch. Il rapporto tra i due anche è costruito alla perfezione, non è semplicemente un'amicizia, è un rapporto padre-figlio, amore-odio, vi da entrambi, per entrambi, un transfert (per molti aspetti ricorda la coppia Shinji-Asuka di Evangelion), ad unirli alla fine sarà simbolicamente l'immagine di una spada. Tra gli altri personaggi ricordiamo C.C. (che si pronuncia c-two), la ragazza che dà vita a Zero, di lei non si quasi nulla, cosa che contribuisce a rendere misterioso il personaggio, alla fine, ogni cosa verrà chiarita. Devo dire che in R1 l’ho detestata, in R2 invece mi ha fatto una gran tenerezza (anche a lei è andato il premio come miglior personaggio femminile). Belli tutti i personaggi che purtroppo non posso descrivere uno per uno, un peccato perché viene dato molto spazio anche ai personaggi secondari, tanto che ogni perdita è molto triste.

Code Geass è di una potenza assurda, finale completamente inaspettato e commovente, è inaspettatamente entrato nel mio Olimpo xD Davvero dico, nulla è assolutamente scontato, la trovo una delle serie meglio riuscite in assoluto. 

Cornelia e Schneizel, fratelli di Lelouch
Un rapido accenno ai disegni, belli anche se non bellissimi, concept e character design veramente fantastici, forse colori un po’ troppo carichi e linee di contorno troppo nette, qualche spigolo di troppo, ma non fa niente xD poi Lelouch non ho capito perché ma diventa sempre più bello man mano che la storia va avanti :-Q___

Voto: 10



-FGrace

Jurassic Park - Michael Crichton (Stuff #18)



Stuff

#18

Vi è qualcosa che negli anni ha sempre appassionato folle di ragazzini, incuriosito migliaia di adulti, fatto girare soldi con la creazione di merchandising legato a decine e decine di libri, film, fumetti. Si tratta del mondo dei dinosauri. E se si parla di dinosauri in letteratura, il pensiero non può che correre all’opera principe del genere, partorita dalla geniale mente di Michael Crichton (e da cui Steven Spielberg ha tratto il famosissimo film): Jurassic Park. Nulla affascina più dell’ignoto e noi dei dinosauri sappiamo poco o niente dovendoci accontentare di quello che i paleontologi riescono a scoprire dai resti degli enormi animali che hanno popolato la terra per oltre 160 milioni di anni. Ma immaginate fosse possibile studiare il comportamento di questi passati abitanti della terra, immaginate si possano far tornare in vita ed addomesticare, così da poterli osservare come fosse uno zoo… questo e molto altro è Jurassic Park.


sabato 19 aprile 2014

Jack Black e la nave dei ladri - Carol Hughes (Stuff #17)




Stuff

#17

Il libro di cui parleremo oggi è stato a lungo conservato nella mia libreria a prendere polvere: letto anni ed anni fa, ne ho sempre conservato un buon ricordo, ma non l’ho mai riletto… fino ad oggi. Già solo prendendolo mi sono ricordato il motivo per cui non l’ho mai più riletto: della collana “Il battello a vapore”, è previsto per lettori da nove anni, dunque è certamente un libro per bambini. Poi nella quarta di copertina ho letto che l’autrice, Carol Hughes, è stata definita un moderno Jules Verne. E poiché le opere di Jules Verne sono sì definite per bambini, ma a conti fatti sono libri maturi e non semplici come si vuole far credere, ho iniziato la lettura di Jack Black e la nave dei ladri, questo il titolo, privo di pregiudizi di sorta.

mercoledì 16 aprile 2014

Elfen Lied (Manga Column #6)





                                                 Manga Column



Cari e Care otaku, rieccoci qui anche questa settimana! Per voi ho un titolo d’impatto molto, ma mooolto forte, sicuramente molti di voi ne avranno già sentito parlare, se non addirittura già letto o visto, sto parlando di Elfen Lied (エルフェンリート).
i vettori di Lucy
Scritto e disegnato da Lynn Okamoto, Elfen Lied è un manga di genere seinen, thriller psicologico, drammatico. Sviluppato in 12 volumi (in Italia con le uscite siamo al num. 9), ne è stato tratto un anime di 13 episodi più un OAV.

I Diclonius sono degli esseri mutanti che si differenziano dagli esseri umani per delle escrescenze simili a corna sulla testa e per delle potentissime braccia invisibili chiamate vettori, usate come arma e come mezzo di trasmissione del virus. Per evitare che questa nuova specie causi l’estinzione del genere umano, tutti i bambini che nascono con questa mutazione vengono uccisi o rinchiusi in laboratori di ricerca. Una di questi, chiamata Lucy, riesce a scappare, ma durante la fuga viene colpita alla testa e, cadendo in mare, perde i sensi. Si risveglia sulla spiaggia di Kamakura come un’indifesa ragazza, priva di memoria, che dice solo una parola: “Nyu”. Il trauma infatti, causato dal colpo alla testa, le ha provocato uno sdoppiamento della personalità. Lucy viene ritrovata da due ragazzi, Kōta e sua cugina Yuka, che decidono di prendersi cura di lei e la soprannominano Nyu. Il laboratorio di ricerca però, facendo affidamento su un esercito speciale, si mette sulle tracce di Lucy, servendosi, per eliminarla, anche dialtri Diclonius. Inevitabilmente verranno coinvolti anche Kōta e Yuka, risvegliando dolorosi ricordi assopiti da tempo…

Raccontata così, la trama è abbastanza insignificante, ma è quel che si rischia quando si cerca di evitare qualsiasi tipo di spoiler; proverò allora a farvi avvicinare a questo capolavoro approfondendo i vari temi che compongono l’opera.

La cosa che mi manda in bestia è che quando dico di adorare Elfen Lied mi si risponde: “ah va be’, ti piacciono gli splatter”. Chiariamo, Elfen Lied ha delle scene molto crude che servono però ad inasprire ancora di più la storia, per aumentare l’empatia con i personaggi con noi che leggiamo/guardiamo, non sono semplicemente scene di sangue messe così tanto per, non sono scene da “Toh, impressionati”!

Il messaggio di Elfen Lied è l’assurdità della discriminazione nei confronti del diverso, cosa che va dal dividersi in “classi” all’interno della stessa specie, fino ad arrivare ai rapporti di convivenza tra due specie differenti; tutto ciò, passando in rassegna anche temi come la pedofilia, gli abusi, violenza fisica e psicologica e traumi che ci tormentano dall’infanzia.
Kōta e Lucy
La paura, la convinzione che i diclonius con la loro violenza possano estinguere la razza umana non ha effettivamente delle basi, in quanto gli omicidi commessi da questa nuova specie dipendono dall’odio accumulato in seguito alle più mostruose torture subite nei laboratori di ricerca. I diclonius non sono stati torturati solo fisicamente, delle violenze psicologiche ne abbiamo testimonianza da un flashback di Lucy, quando era semplicemente una bimba in orfanotrofio e si chiamava Kaede. Gli altri bambini la escludevano, la prendevano in giro, le facevano dispetti di cattivo gusto, solo perché lei aveva le “corna”. Lucy/Kaede allora fa amicizia con un cagnolino randagio, di cui si prende amorevolmente cura. Di questo cagnolino vengono a sapere gli altri bambini che decidono di ucciderlo davanti a lei, dando vita ad una delle scene più dure che abbia mai visto (la prima volta che ho visto l’anime mi sono coperta gli occhi T.T). Per vendicare il cagnolino, Lucy stermina tutti i bambini dell’orfanotrofio, scoprendo quanto sia stato piacevole ucciderli e maturando odio verso gli esseri umani “…quelli che non sono umani…quelli disumani…siete voi!”. C’è anche un episodio ancora più incisivo, ma che per motivi di spoiler non posso proprio raccontare u.u mi limito a dirvi che sempre da bambina scoprirà di essere stata ingannata da una persona molto speciale…

Ma parliamo in generale di tutti i personaggi. Lucy, la temibile diclonius che uccide senza remore e che porta sul cuore il peso di un passato di terribili sofferenze, la sua parte dolce e bambina, ignara del male del mondo, che vive felicemente priva di ricordi, è un personaggio in cui chiunque può rispecchiarsi. Tutti noi siamo stati ingannati, tutti noi siamo stati esclusi, abbiamo provato la crudeltà dell’ingiustizia, e anche se in modo assolutamente ridimensionato per quanto ci riguarda, l’esplosione di tutto ciò in Lucy ci colpisce in pieno e ci trascina nel suo mondo, rendendoci impossibile biasimarla, Lucy è il nostro “io” nascosto. Elfen Lied trova la sua punta di drammaticità nell’amore che poi Lucy proverà per Kōta, mettendolo da parte per salvare il ragazzo e tenerlo fuori da le orribili faccende che la riguardano. 

Sì, perché anche Kōta ha una sua complessità. Un ragazzo dolce che desidera prendersi cura dei deboli e degli indifesi, ha ricordi confusi del suo passato ed un grandissimo amore per la sorellina defunta. Kōta è tuttavia un ragazzo incapace di gestire le situazioni, che ha blocchi emotivi, perché c’è qualcosa che lo tormenta, qualcosa di terribile nel suo passato, conserva la risposta nelle profondità più oscure del suo animo, ma consciamente ha dimenticato tramite il meccanismo di rimozione (amnesia autoimposta), qualcosa di così doloroso da volerlo eliminare dalla propria memoria, ma che è sempre lì, perché nulla è per sempre dimenticato. Abbiamo Yuka, fin da bambina innamorata di Kōta, che a causa del trauma che porta con sé non ha mai potuto realmente accorgersi dei sentimenti della cugina, divisa tra la gelosia e la tenerezza nei confronti di Nyu.
Nana e Kurama
 C’è poi Nana, un pesonaggio che mi piace moltissimo, è una Diclonius mandata alla ricerca di Lucy, estremamente buona, rifiuta di uccidere umani e, soprattutto, altri della sua stessa specie. Ama il direttore del centro di ricerca, lo identifica come padre, e si pone come scopo quello di cercare in tutti i modi di esaudire i suoi desideri. Il direttore del centro di ricerca, Kurama, a sua volta identifica Nana come sua figlia, salvandola dall’ordine di ucciderla. Ma Kurama in realtà ha già una figlia, Mariko. La piccola Mariko è però una diclonius, ancora più spietata e potente di Lucy, e per la sua pericolosità è stata rinchiusa anche lei nel centro, incatenata in una cella particolare, completamente isolata e buia, senza la possibilità di vedere alcunché, ma solo di sentire voci, senza neanche avere la possibilità di muoversi.

I personaggi sono tutti perfettamente caratterizzati, tutti da biasimare e al tempo stesso da compatire, tutti divisi tra emozioni contrastanti. Non siamo ai livelli di Evangelion, ma siamo sulla buona strada. Un finale davvero strappalacrime, che si lascia metabolizzare in qualche giorno. Perché Elfen Lied lascia qualcosa nel cuore che rimane per qualche tempo, infatti o lo si ama, o lo si odia. Personalmente lo amo xD


Il manga poi scende ancora più nel particolare rispetto all’anime, e hanno anche due finali diversi; mentre il finale del manga è ben chiaro, quello dell’anime rimane a libera interpretazione di chi guarda. L’unica pecca del manga sono i disegni, veramente bruttini (molto molo brutti xD). L’anime, invece, si apre con la opening più bella di sempre, Lilium, un canto gregoriano che ha come testo passi biblici, scorre insieme alle immagini dei quadri di Klimt, regalandoci un meraviglioso preludio all’opera! Lilium accompagna l’anime anche in alcune scene, e in quella finale specialmente è davvero impossibile non commuoversi…ragazzi, io se lo guardo piango ancora xD xD


Voto: 10-  (il meno è per i disegni e per qualche scena un po’ troppo ecchi)



-FGrace


martedì 15 aprile 2014

Artemis Fowl - Eoin Colfer (Stuff #16)




Stuff

#16

Qui l’ho detto, e ora lo ripeto: il fantasy è uno dei generi letterari che preferisco in assoluto. Posso vantarmi di aver sempre avuto occhio (e una buona dose di fortuna) nell’acquisto di libri fantasy, compera spesso avvenuta al buio perché m’ispirava la copertina, il titolo, la trama. Questo tipo di scelta mi ha fatto apprezzare saghe del livello di Eragon, anni prima che uscisse quella schifezza di film e diventasse famoso, Le Cronache del ghiaccio e del fuoco, una decade prima che diventasse “mainstream” con la serie tv Il trono di spade, e mi ha fatto conoscere Artemis Fowl. Il nome non dirà molto a molti, e più della mia recensione a renderlo famoso sarà il film in produzione della Disney, ma ne vale la pena parlarne. Partorito dalla geniale mente dell’irlandese Eoin Colfer, è diventato rapidamente un caso letterario (e una lunga saga composta finora di otto romanzi) per il suo dualismo: scritto come un libro per ragazzi, riesce ad appassionare anche lettori adulti con la sua genialità e toccando in sordina anche argomenti più elaborati sui comportamenti degli esseri umani.

domenica 13 aprile 2014

Silent Hill (Movie Park #8)

Movie Park


Bentrovati anche oggi nella rubrica di Movie Park. Il film  di cui parleremo oggi è probabilmente la migliore trasposizione cinematografica di un videogioco, poiché riesce a mantenere inalterati gli elementi che tanto lo resero famoso. Senza indugi, eccoci "Silent Hill".  

"Silent Hill"è un film del 2006, diretto dal regista Christophe Guns("Il Patto dei Lupi"), che riesce con questa sua ultima opera a ricreare su schermo, seppur con alcune differenze, la tetra cittadina, che tanti giocatori ha terrorizzato.

La storia parla di Rose, una madre forte e amorevole, in viaggio verso la tenebrosa cittadina di Silent Hill, un misterioso luogo in cui spera di trovare una cura per sua figlia Sharon, afflitta da una grave malattia psichica, che le causa pericolosi stati di sonnambulismo, durante i quali nomina lo sperduto paesino. Appena arrivati, Rose ha uno strano incidente e al suo risveglio non trova la figlia, che sembrerebbe essersi inoltrata a Silent Hill da sola; la madre la cerca disperatamente ma più si inoltra all'interno del nefasto luogo, più crescerà in lei la sensazione che qualcosa di malato e malvagio risieda in quel posto.

sabato 12 aprile 2014

American Tabloid - James Ellroy (Stuff #15)



Stuff
 #15

Sono molto bravo a trasformare la merda in oro.” Questa è una frase di James Ellroy, autore del libro di cui parleremo oggi. Questa frase spiega perfettamente American Tabloid, il libro di cui parleremo oggi. Settimana scorsa abbiamo parlato di un libro di Manfredi (qui) che abbiamo tranquillamente definito un romanzo storico, nel senso di avvenimenti realmente avvenuti ma romanzati: in quel caso era la caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Anche American Tabloid entra nel novero dei romanzi storici, ma da tutti i punti di vista finiscono qui le analogie con l’opera di Manfredi. Perché mentre quello era un romanzo avventuroso, un romanzo in cui i buoni sono buoni e i cattivi cattivi, la storia narrata da James Ellroy è un romanzo “crudele”, un romanzo in cui nessuno è davvero buono, nessuno ha davvero la coscienza pulita, e contemporaneamente nessuno è davvero cattivo, nessuno fa nulla perché malvagio.