mercoledì 16 aprile 2014

Elfen Lied (Manga Column #6)





                                                 Manga Column



Cari e Care otaku, rieccoci qui anche questa settimana! Per voi ho un titolo d’impatto molto, ma mooolto forte, sicuramente molti di voi ne avranno già sentito parlare, se non addirittura già letto o visto, sto parlando di Elfen Lied (エルフェンリート).
i vettori di Lucy
Scritto e disegnato da Lynn Okamoto, Elfen Lied è un manga di genere seinen, thriller psicologico, drammatico. Sviluppato in 12 volumi (in Italia con le uscite siamo al num. 9), ne è stato tratto un anime di 13 episodi più un OAV.

I Diclonius sono degli esseri mutanti che si differenziano dagli esseri umani per delle escrescenze simili a corna sulla testa e per delle potentissime braccia invisibili chiamate vettori, usate come arma e come mezzo di trasmissione del virus. Per evitare che questa nuova specie causi l’estinzione del genere umano, tutti i bambini che nascono con questa mutazione vengono uccisi o rinchiusi in laboratori di ricerca. Una di questi, chiamata Lucy, riesce a scappare, ma durante la fuga viene colpita alla testa e, cadendo in mare, perde i sensi. Si risveglia sulla spiaggia di Kamakura come un’indifesa ragazza, priva di memoria, che dice solo una parola: “Nyu”. Il trauma infatti, causato dal colpo alla testa, le ha provocato uno sdoppiamento della personalità. Lucy viene ritrovata da due ragazzi, Kōta e sua cugina Yuka, che decidono di prendersi cura di lei e la soprannominano Nyu. Il laboratorio di ricerca però, facendo affidamento su un esercito speciale, si mette sulle tracce di Lucy, servendosi, per eliminarla, anche dialtri Diclonius. Inevitabilmente verranno coinvolti anche Kōta e Yuka, risvegliando dolorosi ricordi assopiti da tempo…

Raccontata così, la trama è abbastanza insignificante, ma è quel che si rischia quando si cerca di evitare qualsiasi tipo di spoiler; proverò allora a farvi avvicinare a questo capolavoro approfondendo i vari temi che compongono l’opera.

La cosa che mi manda in bestia è che quando dico di adorare Elfen Lied mi si risponde: “ah va be’, ti piacciono gli splatter”. Chiariamo, Elfen Lied ha delle scene molto crude che servono però ad inasprire ancora di più la storia, per aumentare l’empatia con i personaggi con noi che leggiamo/guardiamo, non sono semplicemente scene di sangue messe così tanto per, non sono scene da “Toh, impressionati”!

Il messaggio di Elfen Lied è l’assurdità della discriminazione nei confronti del diverso, cosa che va dal dividersi in “classi” all’interno della stessa specie, fino ad arrivare ai rapporti di convivenza tra due specie differenti; tutto ciò, passando in rassegna anche temi come la pedofilia, gli abusi, violenza fisica e psicologica e traumi che ci tormentano dall’infanzia.
Kōta e Lucy
La paura, la convinzione che i diclonius con la loro violenza possano estinguere la razza umana non ha effettivamente delle basi, in quanto gli omicidi commessi da questa nuova specie dipendono dall’odio accumulato in seguito alle più mostruose torture subite nei laboratori di ricerca. I diclonius non sono stati torturati solo fisicamente, delle violenze psicologiche ne abbiamo testimonianza da un flashback di Lucy, quando era semplicemente una bimba in orfanotrofio e si chiamava Kaede. Gli altri bambini la escludevano, la prendevano in giro, le facevano dispetti di cattivo gusto, solo perché lei aveva le “corna”. Lucy/Kaede allora fa amicizia con un cagnolino randagio, di cui si prende amorevolmente cura. Di questo cagnolino vengono a sapere gli altri bambini che decidono di ucciderlo davanti a lei, dando vita ad una delle scene più dure che abbia mai visto (la prima volta che ho visto l’anime mi sono coperta gli occhi T.T). Per vendicare il cagnolino, Lucy stermina tutti i bambini dell’orfanotrofio, scoprendo quanto sia stato piacevole ucciderli e maturando odio verso gli esseri umani “…quelli che non sono umani…quelli disumani…siete voi!”. C’è anche un episodio ancora più incisivo, ma che per motivi di spoiler non posso proprio raccontare u.u mi limito a dirvi che sempre da bambina scoprirà di essere stata ingannata da una persona molto speciale…

Ma parliamo in generale di tutti i personaggi. Lucy, la temibile diclonius che uccide senza remore e che porta sul cuore il peso di un passato di terribili sofferenze, la sua parte dolce e bambina, ignara del male del mondo, che vive felicemente priva di ricordi, è un personaggio in cui chiunque può rispecchiarsi. Tutti noi siamo stati ingannati, tutti noi siamo stati esclusi, abbiamo provato la crudeltà dell’ingiustizia, e anche se in modo assolutamente ridimensionato per quanto ci riguarda, l’esplosione di tutto ciò in Lucy ci colpisce in pieno e ci trascina nel suo mondo, rendendoci impossibile biasimarla, Lucy è il nostro “io” nascosto. Elfen Lied trova la sua punta di drammaticità nell’amore che poi Lucy proverà per Kōta, mettendolo da parte per salvare il ragazzo e tenerlo fuori da le orribili faccende che la riguardano. 

Sì, perché anche Kōta ha una sua complessità. Un ragazzo dolce che desidera prendersi cura dei deboli e degli indifesi, ha ricordi confusi del suo passato ed un grandissimo amore per la sorellina defunta. Kōta è tuttavia un ragazzo incapace di gestire le situazioni, che ha blocchi emotivi, perché c’è qualcosa che lo tormenta, qualcosa di terribile nel suo passato, conserva la risposta nelle profondità più oscure del suo animo, ma consciamente ha dimenticato tramite il meccanismo di rimozione (amnesia autoimposta), qualcosa di così doloroso da volerlo eliminare dalla propria memoria, ma che è sempre lì, perché nulla è per sempre dimenticato. Abbiamo Yuka, fin da bambina innamorata di Kōta, che a causa del trauma che porta con sé non ha mai potuto realmente accorgersi dei sentimenti della cugina, divisa tra la gelosia e la tenerezza nei confronti di Nyu.
Nana e Kurama
 C’è poi Nana, un pesonaggio che mi piace moltissimo, è una Diclonius mandata alla ricerca di Lucy, estremamente buona, rifiuta di uccidere umani e, soprattutto, altri della sua stessa specie. Ama il direttore del centro di ricerca, lo identifica come padre, e si pone come scopo quello di cercare in tutti i modi di esaudire i suoi desideri. Il direttore del centro di ricerca, Kurama, a sua volta identifica Nana come sua figlia, salvandola dall’ordine di ucciderla. Ma Kurama in realtà ha già una figlia, Mariko. La piccola Mariko è però una diclonius, ancora più spietata e potente di Lucy, e per la sua pericolosità è stata rinchiusa anche lei nel centro, incatenata in una cella particolare, completamente isolata e buia, senza la possibilità di vedere alcunché, ma solo di sentire voci, senza neanche avere la possibilità di muoversi.

I personaggi sono tutti perfettamente caratterizzati, tutti da biasimare e al tempo stesso da compatire, tutti divisi tra emozioni contrastanti. Non siamo ai livelli di Evangelion, ma siamo sulla buona strada. Un finale davvero strappalacrime, che si lascia metabolizzare in qualche giorno. Perché Elfen Lied lascia qualcosa nel cuore che rimane per qualche tempo, infatti o lo si ama, o lo si odia. Personalmente lo amo xD


Il manga poi scende ancora più nel particolare rispetto all’anime, e hanno anche due finali diversi; mentre il finale del manga è ben chiaro, quello dell’anime rimane a libera interpretazione di chi guarda. L’unica pecca del manga sono i disegni, veramente bruttini (molto molo brutti xD). L’anime, invece, si apre con la opening più bella di sempre, Lilium, un canto gregoriano che ha come testo passi biblici, scorre insieme alle immagini dei quadri di Klimt, regalandoci un meraviglioso preludio all’opera! Lilium accompagna l’anime anche in alcune scene, e in quella finale specialmente è davvero impossibile non commuoversi…ragazzi, io se lo guardo piango ancora xD xD


Voto: 10-  (il meno è per i disegni e per qualche scena un po’ troppo ecchi)



-FGrace


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