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#19
Quello della letteratura può sembrare un mondo tranquillo,
fatto di gente pacifica e simpatici vecchietti che gestiscono vecchie librerie
stracolme di libri antichi. Sembra un mondo in cui le avventure sono vissute
solo dai protagonisti dei libri e che tutto quello che accade al di fuori è
quasi noioso: la massima avventura per un bibliofilo sembra essere la ricerca
di una prima edizione dei mercatini del mondo. Eppure Arturo Pérez-Reverte nel
libro di cui parleremo oggi offre un punto di vista tutt’altro che pacifico del
mondo in cui vivono i libri. Ne Il club
Dumas troveremo azione, fughe, personaggi misteriosi, omicidi e libri,
libri, libri.
La storia si apre con la morte di Enrique Taillefer,
importante collezionista spagnolo ritrovato impiccato nel suo studio. Si scopre
che prima di morire egli aveva consegnato al libraio Flavio La Ponte la vendita
di un capitolo manoscritto della prima edizione de I tre moschettieri di
Alexandre Dumas. La Ponte decide di incaricare il suo amico Corso, “cacciatore
di libri”, di scoprire se il manoscritto è originale e quest’ultimo ha
inizialmente un colloquio con Boris Balkan, influente appassionato di libri
antichi e voce narrante della storia. Quindi Corso si reca presso la villa
della bella vedova Taillefer, Liana Lasauca, che gli garantisce l’autenticità
del documento di cui, in seguito pretende la restituzione. Quello stesso giorno
Corso ha appuntamento con Varo Borja, avido e ricco venditore di libri rari, da
cui corso riceve un’insolita missione: scoprire quale delle tre versioni sopravvissute
di un’opera è autentica. L’opera in questione è Le Nove Porte Del Regno
Delle Ombre di Aristide Torchia, autore accusato di aver scritto quel libro
con la complicità di Lucifero in persona e di conseguenza bruciato sul rogo
dalla Santa Inquisizione. In fondo al volume nove incisioni, forse tratte dal Delomelanicon,
il libro di Lucifero, unica "chiave" di un viaggio oscuro.
Allora Corso parte prima per
Lisbona, poi per Parigi per confrontare la copia di Varo Borja con le altre due
indagando contemporaneamente sulla copia manoscritta di Dumas. Viaggio che lo
spingerà a non comprendere più se si trova in un libro o nella vita reale a
causa d’incontri improbabili ed eventi inspiegabili.
Si tratta a mio parere di un gran
bel libro, a metà tra il thriller e il romanzo storico, che a tratti ricorda
una spy story che però si svolge tra opere principe e prime edizioni, libri
messi all’indice da Santo Uffizio e manoscritti, insomma non proprio
l’ambientazione classica per questo tipo di opere. Il ritmo è incalzante e la
storia affascinante, e una volta conclusa la lettura, ci si rende conto che
l’autore per tutto questo tempo ha giocato con te spingendoti ad assecondare
l’immaginazione di Corso riuscendo così a “fregarti” del tutto.
Voto 8+
Ennesimo scatto dello scaffale in
cui sono conservati gelosamente tutti i libri qui recensiti! Vi siete persi
qualcosa? Potete trovare tutti gli ultimi articoli qui, qui, qui e qui! Buon
fine settimana!
-Lollodr
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