martedì 1 aprile 2014

I viaggi di Gulliver - Jonathan Swift (Stuff #12)




Stuff

#12

I libri di avventura, i libri di viaggi, i libri narranti fatti incredibili, popolazioni strane, naufragi, guerre, culture diverse hanno sempre affascinato chiunque li prendesse in mano nel corso dei secoli. E mentire se dicessi che per me non è successo. Verne, Salgari, Defoe, Stevenson, Manfredi, Twain… per poi passare al fantasy, che a suo modo narra comunque grandi avventure. Per la recensione di oggi però ci terremo sul classico parlando di uno dei libri più famosi al mondo, uno degli scrittori inglesi più influenti: I viaggi di Gulliver. Storia nota ai più ma probabilmente non la sua interezza: se si dice Gulliver, si pensa ai Lillipuziani, ma il libro non è solo questo. E se ci vogliamo soffermare un attimo sulla parola “Lillipuziani”, termine usato in maniera diffusa per riferirsi a qualcosa di particolarmente piccolo, ci si rende conto di quanto questo libro sia stato importante nella cultura mondiale. Ho detto che Gulliver non è solo Lilliput, ma vediamo nel dettaglio cosa vuol dire.


Il libro inizia con una sorta di presentazione fatta da Gulliver dove ci riassume la sua vita precedente al primo viaggio. Primo viaggio che è intrapreso per mancanza di denaro, cosa che lo spinge a imbarcarsi su una nave come chirurgo di bordo. Purtroppo naufraga a causa di un terribile temporale su una terra sconosciuta agli uomini… unico sopravvissuto, al suo risveglio si trova legato da uomini alti circa 15 centimetri, abitanti delle isole vicine di Lilliput e Blefuscu, divise da un'annosa e irresolubile controversia sul modo più corretto di rompere le uova. Dopo aver dimostrato di non avere intenzioni belligeranti, a Gulliver sono offerti alloggi e cibi ed è accolto nel grande palazzo. Nonostante i suoi servigi al re, intrighi di palazzo obbligano Gulliver a scappare dalle isole riuscendo a essere imbarcato su una nave. Tornato in mare, Gulliver è casualmente abbandonato dai suoi amici e ritrovato da un contadino gigantesco alto circa 22 m. Questo lo esibisce come fenomeno da circo facendo così molto denaro, finché la Regina non lo chiama a Palazzo. Qui conosce l’Imperatore, con cui parla di argomenti molto ricercati, finche durante un viaggio un’aquila ghermisce a sua abitazione per poi abbandonarlo in mare dove sarà salvato da una nave di passaggio.
L’affermare di essere saturo di viaggi avventurosi non gli impedisce di ripartire alla volta delle Indie Orientali. La nave in seguito sarà attaccata da pirati olandesi i quali lo getteranno in mare, ma non tutto il male viene per nuocere: al suo risveglio si ritrova su una terra che fluttua di nome Laputa. Qui tutti si dedicano solo alla musica e alla matematica, ma sono incapaci di applicare queste discipline a fini pratici. Gulliver è portato, poi, a Balnibarbi dove, con un commerciante olandese, finirà in Giappone e da qui in Inghilterra ancora una volta.
Il suo quarto e ultimo viaggio porta Gulliver nel mondo dei cavalli razionali, gli Houyhnhnms, esseri saggi e molto intelligenti che hanno sviluppato un ricercato metodo di comunicazione. Essi sono identici ai cavalli, però, dotati di parola e cervello. Loro unico cruccio è la presenza nelle loro terre di esseri rozzi che camminano su due gambe al posto di quattro, uguali e identici di aspetto fisico agli esseri umani. Nonostante il desiderio di Gulliver di restare a vivere con gli Houyhnhnms, gli è impedito e così, costruita una zattera, torna in Inghilterra definitivamente.

Mi sono dilungato nella trama, dunque sarò breve nel commento. In effetti, l’unica cosa da notare, e che probabilmente traspare in maniera cristallina nel riassunto qui sopra, è la violenta critica svolta da Gulliver nei confronti della società inglese in particolare, ma alla razza umana più in generale, durante tutta la storia. La critica è nascosta in mezzo alla narrazione delle avventure, cosa che rende il libro a prima vista una storia per bambini, ma che una lettura più attenta ci fa vedere essere qualcosa di molto di più, e di certamente più moderno di quanto sembri a prima vista.

Voto 8

Foto dello scaffale, quasi pieno! Avete letto i miei ultimi articoli? Li trovate qui e qui! Ma soprattutto qui trovate uno speciale, dove si parla di Baricco e non sono io a scrivere! Buona lettura e buona settimana!

-Lollodr

1 commento:

  1. “Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria … Quando il viaggiatore si è seduto sulla spiaggia e ha detto: Non c’è altro da vedere, sapeva che non era vero. Bisogna vedere quello che non si è visto, vedere di nuovo quello che si è gia visto… Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli e per tracciarvi affianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre.” [SARAMAGO]

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