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#13
Una passione che, in un modo o nell'altro, ha sempre
accomunato buona parte dei miei compagni di classe nei vari anni di scuola, è
stata la passione per la storia romana. Il motivo è semplice: una buona parte
di noi aveva giocato agli RPG della serie Empire Earth o Imperium. Quel modo di
vedere la storia mi ha sempre affascinato, allora è anche naturale che
crescendo mi sia legato ad un modo simile di vedere la storia antica in
letteratura. Sto parlando dell'autore del libro che recensiremo oggi, un autore
dal nome altisonante strettamente legato all’argomento dei libri che tratta:
Valerio Massimo Manfredi. Il fatto che egli sia, ancor prima che uno scrittore,
uno storico, rende i suoi romanzi particolarmente realistici grazie alle
conoscenze che ha delle cose di cui parla.
In particolare, tra i tanti suoi romanzi, quello che ho
scelto di recensire quest’oggi è L’ultima
legione. Esso si svolge nel 476 d.C. e la storia prende il la pochi giorni
prima della presa di potere ufficiale di Odoacre. Narra delle avventure di uno
sparuto gruppo di legionari (ma chiamarlo gruppo è forse esagerato, essendo
loro solo tre) che insieme a pochi altri compagni vogliono liberare
l’imperatore Romolo Augustolo e il suo mentore Meridius Ambrosinus dalla
prigionia a Capri. Di questo “esercito della salvezza” fanno parte il
comandante Aurelio, Rufio Elio Vatreno e Cornelio Batiato (un gigante etiope)
unici sopravvissuti della loro legione Nova Invicta, l’ultima legione romana.
Ad essi si aggiunge il fumoso personaggio della bella Livia Prisca, formidabile
guerriera tra le fondatrici di Venetia.
Una volta riusciti nella liberazione del piccolo Cesare, inizieranno
un’incredibile fuga lungo un’Italia e un’Europa completamente devastante e
lontane dai fasti dell’Impero: dalle ceneri del millenario mondo riusciranno a
porre il seme di una nuova legenda immortale.
Come molte dei libri di Manfredi è una storia assurda,
incredibile, mai storicamente sbagliata e, soprattutto, bellissima. Lo stile di
scrittura, tra quello dello scrittore di thriller e lo storico, riesce a
prenderti per mano, aiutandoti a comprendere anche alcune curiosità (come, ad
esempio, la provenienza della locuzione napoletana chilla femina, proveniente dal latino illa foemina) senza mai risultare pesante. Ci si affeziona ai
personaggi, e in particolare secondo me è da sottolineare come lo scrittore
rende il dramma di Romolo Augusto, bambino troppo presto imperatore, costretto
a fronteggiare cose molto più grandi di lui e sognando una vita semplice. Alla
fine del libro, pensandoci a mente fredda, uno si rende conto che la storia è
talmente assurda da risultare impossibile ma… in fondo non lo è, perché per
come è narrata, in fondo, quasi si spera sia andata davvero così.
Un libro molto bello che consiglio assolutamente, e se si è
appassionati del genere, non si può non leggere anche qualcos’altro di questo
geniale autore che, nella quarta di copertina di un suo libro all’aeroporto di
Dublino, è stato così definito dal New York Times: Manfredi è sicuramente preferibile tra i libri storicizzani a Dan
Brown, perché quello che scrive non è mai sbagliato, ed è più bello.
Voto 9+
Ta-dan! Lo scaffale è completo! A riempirlo sono quasi solo
gran bei libri, e fin ora è stato un bel viaggio, che ne dite? Alla prossima
settimana, con un nuovo libro ed un nuovo scaffale!
-Lollodr
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