mercoledì 2 aprile 2014

Rozen Maiden: metafora dell'inconscio (Manga Column #4)

                          
                           Manga Column



Dalla penna delle PEACH-PIT nasce il manga, di genere seinen, Rozen Maiden (ローゼン・メイデン), di 8 volumi la prima serie e altri 8 per la seconda; ne è stato tratto un anime, Rozen Maiden, prima serie, di 12 episodi, Rozen Maiden Träumend, seconda serie, sempre di 12 episodi, 2 OAV, e una terza serie uscita nel  luglio 2013.

Essendo una scena dell'anime, l'ultima a sinistra è Barasuishou e non Kirakishou
Sakurada Jun è un hikikomori (più giù approfondirò cosa significa), vive con la sorella Nori, e passa l’intera giornata facendo acquisti online e dandoli indietro prima che finisca il periodo di prova. Trova sulla sua scrivania un foglio che lo proclama vincitore di un misterioso premio, con la richiesta di accettazione o meno. Jun accetta. In pochissimo tempo gli arriva tramite posta una valigia che contiene una bambola bellissima, vestita in abiti ottocenteschi, che sembra quasi umana. Jun decide di caricarla e la bambola prende vita. Dice di chiamarsi Shinku, è una Rozen Maiden, la quinta della serie, ma neanche il tempo di approfondire le spiegazioni che Jun e Shinku vengono attaccati. Jun rischia di morire, potrà essere salvato solo se stringe un patto con Shinku. Che significa tutto questo? Un costruttore di bambole, Rozen, ha creato la leggendaria serie di Rozen Maiden, con l’intento di creare una bambola perfetta, Alice, ma il suo tentativo è stato vano, delle sue sette bambole (in ordine di costruzione: Suigintou, Kanaria, Suiseiseki, Souseiseki, Shinku, Hinaichigo e Kirakishou), nessuna ha raggiunto la perfezione di Alice. Rozen, allora, crea il “Gioco di Alice”, e dona ad ogni bambola una Rosa Mystica, ovvero un anima, e la possibilità di ricevere energia da un umano, un medium, stipulando un contratto. Il Gioco di Alice è una battaglia mortale dalla quale riuscirà a vivere solo una bambola, quella che riuscirà a privare le altre sorelle delle loro anime, assorbendole in sé, solo così la bambola vincente riuscirà a diventare Alice e incontrare Rozen, chiamato “Padre” dalle sette bambole.
Jun appena riceve Shinku

Rozen Maiden è stato il mio primissimo manga, quindi ci sono particolarmente affezionata! È stato amore a prima vista, e devo dire che è effettivamente eccezionale. La storia segue due vicende: il percorso di “guarigione” di Jun e il Gioco di Alice delle Rozen Maiden.

Il termine hikikomori vuol dire “reclusione”, viene coniato nel 2000 da uno psichiatra giapponese in riferimento a quelle centinaia di migliaia di ragazzi che rifiutano qualsiasi tipo di contatto sociale: non riescono a parlare con le persone o a guardarle in faccia, non riescono neanche ad uscire di casa, e perfino dalle loro stanze. Gli hikikomori fanno paura, essere un hikikomori è una vergogna e i parenti di questi ragazzi cercano di nasconderli. Il comportamento degli hikikomori è una minaccia alla vita in società. La loro è una forza passiva e disgregante che rischia di trascinare nell’apatia e nel nulla l’intera comunità. L’autoreclusione di questi ragazzi significa la morte sociale, e in loro i normali cittadini proiettano il terrore della morte, e per questo che gli hikikomori fanno paura.
Jun è fuggito dalla scuola per la stupidità dei suoi compagni di classe, a causa della loro ristrettezza mentale nel non riuscire a riconoscere che anche un ragazzo può avere la passione del cucito. Jun si reclude nella sua stanza, senza neanche voler avere contatti con sua sorella. Dal suo canto, Nori cerca in tutti i modi di aiutare il fratello, legge manuali su come affrontare questo
problema, ma ben presto comprende come ogni suo sforzo sia vano, ma non per questo demorde. Il vero aiuto Jun lo riceverà dalle Rozen Maiden, ed in particolar modo da Shinku. Ricomincerà a studiare con l’intento di tornare a scuola e anche ad avere rapporti, anche se minimi, con altre persone.

Per quanto riguarda il dramma delle sette bambole, è significativa la frase di Suigintou: “Noi…siamo nate per disperarci” (IV volume). La ricerca della perfezione e il desiderio di ricongiungimento con il Padre, spinge le sette sorelle a desiderare ognuna la distruzione dell’altra. La tragicità sta nella presa di coscienza di ciò e nelle due forze che dividono l’anima, l’una che le porta a desiderare la sopravvivenza di tutte, l’altra che tende alla perfezione. Essendo bambole, esse non muoiono, vengono private della loro anima, ma il loro corpo continua ad esistere come effettivo corpo di una bambola. Ciò che dà vita alle Rozen Maiden è il Gioco di Alice, “Combattere significa vivere” (Shinku, III volume), questo massacro è il loro unico scopo di vita. Eppure questa ingiustizia è stata decretata dal Padre, di cui non viene mai messo in discussione l’operato, le sette bambole lo amano, tutto ciò che desiderano è incontrarlo ed essere amate da lui, eppure è stato lui stesso a costringerle a vivere a tali compromessi, e ciò nonostante, nessuna gli riconosce le colpe. “È un tipo egoista. Vi ha fatto nascere per il suo egoismo…e per questo vi ha fatto combattere…e poi vi ha abbandonato” (Jun).

Rozen Maiden è un esemplare del post-Evangelion, di cui fanno parte tutti quei titoli che hanno in comune la storia come metafora, di una discesa nell’interiorità di un protagonista spesso fragile, di una ricerca ossessiva, disperata, di una salvezza, di una redenzione da un indefinibile male oscuro; e ancora, l’uso costante di riferimenti criptici, alle tradizioni mitologiche e religiose o esoteriche.

L’atmosfera di Rozen Maiden è, infatti, ricca di misticità, di viaggi in dimensioni oniriche in cui c’è la distorsione del tempo e dello spazio, la capacità di penetrare nei sogni…i disegni sono davvero bellissimi, minuziosi e precisi, occhi grandi e ricchi di riflessi, abiti da Gothic Lolita, ricorrenti sono i motivi floreali, insomma è tutto surreale e fantastico. Le copertine dei manga sono forse le più belle che abbia mai visto. Dal punto di vista del design c’è stata una cura incredibile.

Due parole sull’anime. Il suo punto di forza sta nelle OST, che accompagnano alla perfezione lo scorrere delle immagini caricando l’emozionalità delle scene; i colori sono molto più decisi rispetto, per esempio, alle copertine dei manga, anche i tratti nel disegno meno morbidi. Anche l’anime è stupendo, vengono inseriti episodi un p
o’ più comici per alleggerire la tensione e l’atmosfera drammatica. Da un certo punto in poi si discosta totalmente dal manga in quanto quest’ultimo è stato bruscamente interrotto (prima serie) per problemi tra le autrici e l’editore, così l’anime ha dovuto prendere una strada diversa, inserendo anche un’ottava bambola, Barasuishou, che però non è una Rozen Maiden.

(PS: Shinku è bellissimaaa *^*)

 
Voto: 9



-FGrace

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