Manga Column
Bentornati a tutti, questa settimana cambiamo decisamente toni e propongo un manga dedicato principalmente ad un pubblico femminile! Ragazze, per voi ho Chobits! Il genere non fa per me, eppure mi sono ritrovata a comprare questo manga dopo aver visto alcune immagini della protagonista su dei forum…ammetto che nemmeno io sono riuscita a resistere agli occhioni dolci di Chii *-* ma partiamo, come al solito, con i dati più tecnici e la trama!
Chobits (ちょびっツ) è un manga di 8 volumi, da cui è stato tratto l’anime di 26 episodi, scritto e disegnato dal quartetto rosa di Osaka, le CLAMP (per intenderci, le stesse che hanno scritto e disegnato Cardcaptor Sakura), di genere romantico.
Chobits (ちょびっツ) è un manga di 8 volumi, da cui è stato tratto l’anime di 26 episodi, scritto e disegnato dal quartetto rosa di Osaka, le CLAMP (per intenderci, le stesse che hanno scritto e disegnato Cardcaptor Sakura), di genere romantico.
In un futuro non troppo lontano, le persone convivono con i “persocom”,
robot dalle sembianze umane (a prima vista sarebbero irriconoscibili dagli
esseri umani se non fosse per la forma delle orecchie) in grado di fare
qualsiasi cosa, mandare e ricevere mail, parlare al telefono, navigare su
internet, e anche faccende puramente umane come fare da commessi nei negozi, camerieri
nei ristoranti…insomma, questi persocom sono stati programmati per fare di
tutto, tanto che possono tranquillamente conversare con persone vere, ma
rimangono pur sempre delle macchine di metallo e plastica. Un ragazzo che ha
sempre vissuto in campagna tra le mucche, Hideki Motosuwa, essendo
stato bocciato al test d’ingresso all’università, si vede costretto a
trasferirsi a Tokyo per seguire dei corsi che lo preparino al meglio per
ritentare, l’anno successivo, l’ingresso all’università. In città Hideki si
rende conto dell’importanza e della quantità di persocom, tanto da desiderarne
uno, ma non lo può acquistare per i costi elevati. Una sera, neanche finisce di
dire di volere un persocom, che ne trova uno, con le sembianze di una
bellissima ragazza, abbandonato nella spazzatura. Che fa? Se lo porta a casa,
ovviamente. Dopo varie gag al limite dell’ecchi, riesce ad accenderlo, la
ragazza si risveglia e sa dire solo una parola, chii, proprio per questo Hideki
la chiamerà Chii. Sembra che in lei non ci sia alcun sistema operativo
installato, dunque, Chii non è in grado di fare assolutamente nulla. Hideki
allora, continuando la sua vita da studente, giorno per giorno le insegna
tutto, finchè anche Chii diventa un persocom normale. Quando Hideki si rivolge
ad un esperto di persocom per cercare di capire quale possa essere la
provenienza di Chii, viene ipotizzato subito che possa appartenere alla
leggendaria serie di Chobits, persocom capaci di provare sentimenti veri.
Infatti, basta poco per vedere come piano piano Chii si innamora di Hideki, che
sa benissimo che è solo una macchina, eppure si prende cura di lei come se
fosse una persona vera. Ricambierà l’amore della tenera e dolce Chii?
Il tema centrale è ovviamente quello del
rapporto uomo-macchina, e anche se in modo leggero e spesso anche comico, il
messaggio arriva chiaro. È senza dubbio una storia romantica, tenerissima
dall’inizio alla fine senza essere fastidiosamente melensa. Chobits trasmette
dolcezza, ed è molto molto delicato, anche i tratti del disegno sono molto
tondi e mai spigolosi.
Inizia presentando situazioni, come ho già
detto, al limite dell’ecchi e del fatish, poi si trasforma in un qualcosa di delicato
che riguarda da vicino tutti gli esseri umani: la ricerca della felicità. I
persocom sono così ben programmati da sostituire gli esseri umani, anche nei
rapporti interpersonali, così abbiamo la vicenda del pasticcere Ueda che si
innamora di un persocom che sposa, ma che alla fine si rompe del tutto;
l’insegnante di Hideki che è stata lasciata dal marito che si è innamorato di
un persocom; abbiamo, soprattutto, la storia di Minoru, l’esperto di persocom,
che ne ha costruito uno identico alla sua sorella defunta, in modo da non
sentirne la mancanza, anche se lui stesso afferma che se prova una grande
felicità stando vicino a questo persocom, quando si allontana, la tristezza è
ancora più grande.
La ricerca della felicità è soprattutto un sentiero che percorre
Chii. La dolce protagonista prova un amore umano per Hideki, desidera
abbracciarlo, tenergli la mano…esiste una felicità anche per lei? Chii sa di
essere semplicemente una macchina, e sa che le persone si innamorano dei
persocom perché questi sono capaci di qualsiasi cosa, ma il dramma di Chii
riguarda la possibilità di essere amata perché Chii è Chii e non un persocom.
“La persona solo per me” Chii spera di aver trovato in Hideki la persona che le
possa dare la felicità che merita, che la ami per quella che è…appare uno strano personaggio, una Chii che è l’altra Chii, “l’altra me stessa” che mette in guardia la nostra protagonista, cerca di proteggerla, di far capire a Chii che deve essere davvero sicura che Hideki sia “la persona solo per me”, nel caso in cui non lo sia, Chii va incontro ad una grandissima sofferenza…da qui poi viene ricostruito tutto il misterioso passato di Chii e soprattutto dell’altra Chii (che poi vedremo si chiama Freya).
Freya, "l'altra me stessa" |
Tirando le somme, davvero bello, certo non è
tra i miei preferiti, le storie d’amore commoventi sono altre, ma Chobits si fa
adorare, non solo per quanto Chii sia kawaii, ma perché lascia tenerezza,
strappa dei sorrisi, è un manga fresco, dolce, non mi sono affatto pentita di
averlo letto! D’altronde ognuna spera di trovare la felicità che merita, e il
finale di Chobits spinge nel portare avanti questa speranza.
Voto: 7
-FGrace
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