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#7
Bentornati su Stuff!
Quest’oggi inauguro con una recensione quello che è sicuramente uno dei miei
generi preferiti: il fantasy. Ho una buona quantità di libri fantasy, più o
meno famosi, ma quello di cui tratteremo quest’oggi forse a molti non sarà
noto, per quanto abbia avuto un buon successo al punto di pubblicarne un
seguito. L’autore è Rafael Abalos, scrittore andaluso che di professione fa
l’avvocato, ma ha scoperto che oltre a piacergli, a scrivere era anche bravo. Il
libro in questione è il terzo romanzo da lui scritto, ma è anche quello che gli
ha dato il successo intercontinentale. Parliamo di Grimpow, il sentiero invisibile, libro che è stato definito da
alcuni “Il nome della rosa della
letteratura per ragazzi”, e questo potrebbe già darvi un’idea di cosa tratta.
Grimpow è un ragazzo, un ladruncolo, che vive col suo amico
e mentore Durlib e che un mattino d’inverno fa un ritrovamento che cambierà del
tutto la sua vita. Nella neve trova il corpo di un uomo, un cavaliere, che
nella mano stringe una pietra. Grimpow si rende conto che grazie al potere
della pietra egli è in grado di comprendere le altre lingue, riceve inoltre un
enorme bagaglio culturale, conoscendo cose di cui prima non aveva mai nemmeno
sentito parlare, e grazie a un messaggio scoprono che l’uomo andava da un certo
Aidor Bulbicum. Il corpo a questo punto scompare nel nulla. Col suo amico
Durlib, il ladro, si dirige alla vicina abbazia, ma nella notte succede l’impensabile:
arriva, infatti, quella che in pratica è una delegazione dell’Inquisizione che
inseguiva il cavaliere morto e che arresta Durlib, reo di aver pagato l’abate
con delle monete prese dal corpo del cavaliere mentre Grimpow è nascosto da un
frate dell’abbazia, Rinaldo da Metz. Si scopre che Rinaldo in realtà era un
templare, come tra l’altro anche l’uomo morto nella neve, e Grimpow viene a
conoscenza del mistero dei Templari, degli alchimisti, tutte cose strettamente
legate alla pietra da lui trovata.
Si tratta di un
ottimo libro nel suo genere, che con uno stile semplice ma coinvolgente ti
porta avanti nella storia quasi senza accorgertene, senza cadere nella
pesantezza che a volte contraddistingue questo tipo di romanzi. Inoltra va
detto che, pur avendo una trama che tratta un argomento trito e ritrito come i
Templari, lo fa da un nuovo punto di vista sicuramente coinvolgente e per
niente scontato. Ma leggendolo ci si rende conto che gli manca qualcosa per
essere un capolavoro, qualcosa di sfuggente, qualcosa di secondario… ed in
effetti è la parte “secondaria” del libro a peccare, nel senso che la
sottotrama è abbastanza banale e sviluppata troppo spesso in maniera
superficiale, e soprattutto alcuni personaggi secondari sono degli evidenti
stereotipi. L’esempio più evidente che viene alla mente è il personaggio di fra
Rinaldo, il vecchio templare senza macchia e senza paura costretto dal marcio
del mondo a nascondersi in una biblioteca segreta dove coltivare le arti.
In poche parole
direi che un buon libro, forse qualcuno lo definirebbe un ottimo libro, ma
forse da un certo punto di vista non rispetta le promesse delle prime pagine
lasciando alla fine un po’ con l’amaro in bocca e con l’impressione che si è
persa l’occasione di leggere un gran bel libro.
Voto 7
Ed ecco la foto
dallo scaffale! Da quando ho deciso di recensire libri un po’ più grossi, si
sta riempendo molto più rapidamente! È la prima volta che capite sul blog, e
siete curiosi di leggere altri articoli di Stuff?
Li trovate tutti qui, mentre qui e qui ci sono gli ultimi articoli pubblicati!
Ma non mancate di dare un’occhiata anche al resto del sito, mi raccomando!
-Lollodr
"Se te ne vai di qui e fai ciò che ti dice il cuore, gli ostacoli che incontrerai lungo il tuo cammino saranno uno stimolo per farti andare avanti".
RispondiEliminaE' un po'melodrammatico ma il tema del viaggio e della scoperta è sempre affascinante.
Dostoevskij ne L'idiota scriveva: "L'importante sta nella vita, solo nella vita, nel processo della sua scoperta, in questo processo continuo e ininterrotto, e non nella scoperta stessa!"