martedì 11 marzo 2014

Grimpow, il sentiero invisibile - Rafael Abalos (Stuff #7)



Stuff

#7

Bentornati su Stuff! Quest’oggi inauguro con una recensione quello che è sicuramente uno dei miei generi preferiti: il fantasy. Ho una buona quantità di libri fantasy, più o meno famosi, ma quello di cui tratteremo quest’oggi forse a molti non sarà noto, per quanto abbia avuto un buon successo al punto di pubblicarne un seguito. L’autore è Rafael Abalos, scrittore andaluso che di professione fa l’avvocato, ma ha scoperto che oltre a piacergli, a scrivere era anche bravo. Il libro in questione è il terzo romanzo da lui scritto, ma è anche quello che gli ha dato il successo intercontinentale. Parliamo di Grimpow, il sentiero invisibile, libro che è stato definito da alcuni “Il nome della rosa della letteratura per ragazzi”, e questo potrebbe già darvi un’idea di cosa tratta.


Grimpow è un ragazzo, un ladruncolo, che vive col suo amico e mentore Durlib e che un mattino d’inverno fa un ritrovamento che cambierà del tutto la sua vita. Nella neve trova il corpo di un uomo, un cavaliere, che nella mano stringe una pietra. Grimpow si rende conto che grazie al potere della pietra egli è in grado di comprendere le altre lingue, riceve inoltre un enorme bagaglio culturale, conoscendo cose di cui prima non aveva mai nemmeno sentito parlare, e grazie a un messaggio scoprono che l’uomo andava da un certo Aidor Bulbicum. Il corpo a questo punto scompare nel nulla. Col suo amico Durlib, il ladro, si dirige alla vicina abbazia, ma nella notte succede l’impensabile: arriva, infatti, quella che in pratica è una delegazione dell’Inquisizione che inseguiva il cavaliere morto e che arresta Durlib, reo di aver pagato l’abate con delle monete prese dal corpo del cavaliere mentre Grimpow è nascosto da un frate dell’abbazia, Rinaldo da Metz. Si scopre che Rinaldo in realtà era un templare, come tra l’altro anche l’uomo morto nella neve, e Grimpow viene a conoscenza del mistero dei Templari, degli alchimisti, tutte cose strettamente legate alla pietra da lui trovata.

Si tratta di un ottimo libro nel suo genere, che con uno stile semplice ma coinvolgente ti porta avanti nella storia quasi senza accorgertene, senza cadere nella pesantezza che a volte contraddistingue questo tipo di romanzi. Inoltra va detto che, pur avendo una trama che tratta un argomento trito e ritrito come i Templari, lo fa da un nuovo punto di vista sicuramente coinvolgente e per niente scontato. Ma leggendolo ci si rende conto che gli manca qualcosa per essere un capolavoro, qualcosa di sfuggente, qualcosa di secondario… ed in effetti è la parte “secondaria” del libro a peccare, nel senso che la sottotrama è abbastanza banale e sviluppata troppo spesso in maniera superficiale, e soprattutto alcuni personaggi secondari sono degli evidenti stereotipi. L’esempio più evidente che viene alla mente è il personaggio di fra Rinaldo, il vecchio templare senza macchia e senza paura costretto dal marcio del mondo a nascondersi in una biblioteca segreta dove coltivare le arti.

In poche parole direi che un buon libro, forse qualcuno lo definirebbe un ottimo libro, ma forse da un certo punto di vista non rispetta le promesse delle prime pagine lasciando alla fine un po’ con l’amaro in bocca e con l’impressione che si è persa l’occasione di leggere un gran bel libro.

Voto 7

Ed ecco la foto dallo scaffale! Da quando ho deciso di recensire libri un po’ più grossi, si sta riempendo molto più rapidamente! È la prima volta che capite sul blog, e siete curiosi di leggere altri articoli di Stuff? Li trovate tutti qui, mentre qui e qui ci sono gli ultimi articoli pubblicati! Ma non mancate di dare un’occhiata anche al resto del sito, mi raccomando!




-Lollodr

1 commento:

  1. "Se te ne vai di qui e fai ciò che ti dice il cuore, gli ostacoli che incontrerai lungo il tuo cammino saranno uno stimolo per farti andare avanti".
    E' un po'melodrammatico ma il tema del viaggio e della scoperta è sempre affascinante.
    Dostoevskij ne L'idiota scriveva: "L'importante sta nella vita, solo nella vita, nel processo della sua scoperta, in questo processo continuo e ininterrotto, e non nella scoperta stessa!"

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