sabato 1 marzo 2014

Gatti da tetto - Rolo Diez (Stuff #4)




Stuff

#4

Eccoci di nuovo qua, con un nuovo articolo della rubrica Stuff! Prima di iniziare a parlare del libro di oggi, credo sia necessario parlare delle origini di questo libro, e di come ne sia giunto in possesso. Più o meno frequentemente mi capita di andare a comprare libri a prezzi stracciati ad una bancarella nel vicino mercatino, per lo più si tratta di resi di magazzino e libri che non hanno venduto molto. Devo dire che ho occhio (o forse c…fortuna) ma quasi sempre, diciamo 9 volte su 10, il libro che mi capita di prendere mi piace e mi lascia soddisfatto. Fatta questa premessa posso dire che il libro in questione si chiama Gatti da tetto, dello scrittore argentino Rolo Diez, e che dopo averlo letto per bene due volte ancora non ho capito se è o non è lui il decimo libro, quello che si rivela un acquisto sbagliato.

La storia si svolge fondamentalmente nel sottotetto di un condominio di Città del Messico, abitato da don Mario, anziano rivoluzionario e uomo onesto, e da Clara, giovane donna originaria di Guerrero, piccolo paese, che per vivere fa la cameriera. E da Guerrero proviene anche Julio, nuovo inquilino del sottotetto. Julio è un ragazzo senza grilli per la testa, serio, deciso a studiare per aprire una professione in futuro, e a lavorare per mantenersi nel frattempo. E soprattutto Julio è profondamente innamorato di Clara fin dalla prima volta che l’ha vista nell’appartamento. Ma Clara è troppo bella, troppo affascinante, troppo ingenua per non attrarre le mire di chi vive la capitale, come se fosse proprietà personale. E così l’amore tra i due giovani farà in tempo solo a sbocciare.

A dirla tutta, la storia di per se non è male. Da certi punti di vista è una storia d’amore, ma anche un libro di critica sociale, o una storia d’azione… il problema è che vuole essere tutto questo e molto altro ma, si sa, chi troppo vuole nulla stringe. E allora, una volta finito di leggerlo, lo si guarda e si pensa “Ma cosa ho letto?”. Perché nel tentativo di essere molte cose, alla fine, a conti fatti, non è nulla. Non è una storia d’amore né d’azione, per quanto saltino all’occhio durante la lettura tratti distintivi di entrambi i generi; non è un libro di critica sociale, in quanto le uniche critiche sono mosse da Don Mario, ma sono critiche spesso confusionarie e non sempre condivisibili, anzi, a volte da l’impressione di criticare il comportamento altrui solo per il gusto di farlo, risultando in questo modo anche fastidioso. E troppo forte è la differenziazione dei personaggi in buoni e cattivi, senza vie di mezzo.
Ma d’altra parte non posso nemmeno dire che non mi sia piaciuto come libro, perché questo suo essere un po’ confusionario, il fatto che tutto avvenga di corsa, dà sicuramente emozioni forti. Emozioni che forse non si sarebbero provate se la storia fosse stata più lineare, sviluppata in maniera diversa è più lenta e dettagliata. Dunque il mio giudizio sicuramente non è positivo, ma non può nemmeno essere del tutto negativo per quanto detto ora. E per questo stesso motivo non posso dire che non mi sia piaciuto, ma nemmeno che non mi sia del tutto piaciuto. Che dirvi, è un libro davvero molto strano, e l’unico motivo per capirlo davvero è leggerlo.

Voto 6

Ta-dan! Ecco lo scatto dello scaffale! So che tutti l’aspettavate, anche perché… diciamoci la verità, arrivati a questo punto non so mai cosa scrivere per riempire lo spazio bianco affianco alla foto, ed ora che l’ho detto mi toccherà inventarmi qualcosa da scrivere vicino la foto dello scaffale nel prossimo articolo… ma questa è un’altra storia. Buon weekend!




-Lollodr

1 commento:

  1. Appare un po' retorico con frasi tipo questa: " Vivere intensamente compensa ogni sforzo e quasi ogni sacrificio. Vivere a metà è stato sempre campo d’azione e punizione dei mediocri.
    Però è anche vero che vivere a metà è come essere fuori luogo, sentirsi inadeguati nel mondo: è come essere mossi piuttosto che muoversi.

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